L’emergere di nuove modalità d’acquisto si fonda sul crescente interesse di ottimizzare il tempo a propria disposizione attraverso il digitale.

Un sondaggio della Harvard Business School su 1000 lavoratori ha dimostrato che il 94% lavora almeno 50 ore a settimana, di cui almeno la metà più di 65 ore.
La comodità è dunque di grande premura per i clienti di oggi.
In media, gli uomini spendono tre ore a fare la spesa, contro le due e mezza delle donne. Per risparmiare qualche minuto, il 60% di consumatori compra pasti congelati, nonostante nemmeno la metà affermi di apprezzare la qualità del cibo.

A fare i primi passi verso l’economizzazione del tempo è stato il gruppo di distribuzione Tesco, a seguito dell’esigenza di penetrare con successo il mercato sud-coreano, caratterizzato da consumatori considerati i secondi più grandi lavoratori al mondo.

Nel 2011 l’azienda britannica ha installato pannelli “Virtual Stores” in alcune stazioni della metropolitana, così che le persone, attendendo il proprio treno, potessero visualizzare i prodotti, disposti come in un vero e proprio supermercato, scannerizzare con il proprio smartphone il prodotto scelto, per farselo poi trovare davanti a casa.

Tesco-Homeplus-Subway-Virtual-Store-in-South-Korea

Il bisogno di convenienza e di comodità in termini di tempo non significa però che le persone preferiscano acquistare online: infatti, circa l’85% dei consumatori continua a optare lo shopping in-store, un terzo del quale a causa dai tempi di consegna che una spesa online implicherebbe.

Per questo motivo i “Big” del retail si sono mossi oltre l’esperienza tradizionale di shopping offline, ma al tempo stesso hanno fatto un passo in avanti rispetto al nuovissimo metodo online di acquisto.

Non sorprende vedere la Cina essere il primo paese a procedere in questa direzione. Il gruppo Alibaba nel 2015 ha aperto 13 negozi HeMa, i cui punti vendita risultano completamente mobile-powered.

La forte presenza sul mercato locale di HeMa, permette ai clienti amanti dello shopping online di continuare ad acquistare e/o ordinare direttamente da casa piatti appena preparati da asporto o cibi freschi da cucinare a casa.
Per coloro che preferiscono l’esperienza offline è possibile recarsi direttamente al supermercato HeMa, selezionare gli alimenti desiderati e decidere se portarli a casa già pronti, farseli consegnare a casa o in ufficio, oppure gustarli direttamente nell’apposita area ristoro. Nel negozio è presente su ogni articolo un codice a barre scannerizzabile che mostra prezzo e informazioni sul prodotto. I clienti, tramite il codice, possono completare l’acquisto elettronico con un semplice click.

Picture2

Tornando al mondo occidentale, non poteva mancare la risposta al trend di armonizzare l’integrazione di shopping online e offline del più grande rivenditore al mondo. Amazon ha infatti aperto all’inizio del 2018 il primo AmazonGo a Seattle, e prevede di aprirne altri 2000 in tutto il mondo nei prossimi anni, rivoluzionando completamente l’esperienza d’acquisto.
AmazonGo è un nuovo concetto di supermercato che, attraverso l’apposita app, permette ai propri clienti di entrare, prendere i prodotti che vogliono acquistare, e uscire, letteralmente. Tutto questo è reso possibile dalla “Just Walk Out Technology”, che utilizza le tecnologie di visione artificiale, fusione dei sensori e apprendimento approfondito (le stesse utilizzate nelle macchine a pilota automatico), rilevando automaticamente quando il prodotto viene preso dallo scaffale, e tenendone traccia nel carrello virtuale; una volta usciti da uno store AmazonGo, l’app addebita la spesa sull’account Amazon personale.

Ma AmazongGo non si è mosso da solo: le catene di supermercati 7Fresh e Bingobox hanno anticipato l’entrata in Cina del colosso americano utilizzando il medesimo format. A differenziarle è l’impiego di tecnologie innovative tra cui scancode e riconoscimento facciale, con punto in comune assenza di personale nello store e acquisto con un semplice click.

go-gallery-interior._V534007255_

L’ottimizzazione del tempo è diventato il punto nodale su cui i grandi colossi in campo tecnologico stanno lavorando.

L’emergere di queste modalità alternative d’acquisto nasce dall’esigenza delle nuove generazioni di diminuire la durata per attività necessarie, ma comunque richiedenti troppo tempo prezioso, di cui il primo nella lista è proprio fare la spesa.

In Italia, a differenza di Cina e Stati Uniti, nonostante sia presente un forte e sempre crescente piacere nella navigazione delle piattaforme online, vi è ancora il bisogno di recarsi fisicamente nel punto vendita per l’esperienza d’acquisto. Infatti, il boom dell’e-commerce non ha ancora avuto impatto in Europa, i cui ricavi sono 13%, solo 5% per il nostro Paese.
Le realtà delle nuove modalità di spesa implementate da Cina e Stati Uniti sembrano dunque ancora molto lontane dalla nostra concezione di spesa.

Articolo a cura di Carlotta Graziano e Marta Paolelli.